giovedì 27 settembre 2012

Notiziario dell'amianto


Disegno di legge dell'On.le Pippo Gianni (deputato nazionale e membro del comitato tecnico scientifico dell'ONA) per i benefici contributivi per il prepensionamento dei lavoratori esposti al cloro e ad altri agenti patogeni.

Domani venerdì 28.09.2012, ore 17.00 in diretta, ci sarà la presenza dell'Avv. Ezio Bonanni nel programma di RomaUno "La sindrome della casa malata: dal radon all'amianto", curata dal Prof. Aldo Ferrara, ordinario di malattie dell'apparato respiratorio presso l'Università di Siena (differita il sabato alle 22.00 e la domenica alle ore 16.30).
Osservatorio  Nazionale Amianto






Disegno di legge gianni cloro ammine aromatiche





martedì 25 settembre 2012

Notiziario dell'amianto: proposta di legge Senatrice Bianchi sulla istituzione di una superprocura nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali


Prosegue la mobilitazione dell’Osservatorio Nazionale Amianto anche attraverso i suoi esponenti nelle istituzioni, tra i quali la Senatrice Dorina Bianchi (membro del comitato tecnico scientifico nazionale dell’O.N.A., della Commissione Morti Bianche presso il Senato della Repubblica e della Commissione di vigilanza RAI e della Commissione di inchiesta sui rifiuti), che in data odierna ha depositato un disegno di legge avente ad oggetto “istituzione della direzione nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali” che mira a valorizzare le esperienze del Procuratore della Repubblica di Torino, Dott. Raffaele Guariniello ovvero del Procuratore Generale di Firenze, Dott. Beniamino Deidda, ovvero del Sostituto Procuratore di Padova, Dott. Sergio Dini, che hanno acquisito una esperienza in materia di contrasto ai reati in materia di infortunistica sul lavoro e malattie professionali, come tra l’altro precisato dalla Senatrice nel preambolo, nel quale richiama le tesi dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente Nazionale dell’O.N.A.



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Comunicato ONA 25.09.2012


OSSERVATORIO NAZIONALE  SULL’AMIANTO
Presidenza Nazionale
Via Crescenzio, n. 2, 00193 - Roma
tel. 06 68890174 - 335 8304686
E-mail: osservatorioamianto@gmail.com


Proposta di legge per la “istituzione della direzione nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali”, per iniziativa della Senatrice Dorina Bianchi, membro del comitato tecnico scientifico nazionale dell’Osservatorio Nazionale Amianto.

Prosegue la mobilitazione dell’Osservatorio Nazionale Amianto anche attraverso i suoi esponenti nelle istituzioni, tra i quali la Senatrice Dorina Bianchi (membro del comitato tecnico scientifico nazionale dell’O.N.A., della Commissione Morti Bianche presso il Senato della Repubblica e della Commissione di vigilanza RAI e della Commissione di inchiesta sui rifiuti), che in data odierna ha depositato un disegno di legge avente ad oggetto “istituzione della direzione nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali” che mira a valorizzare le esperienze del Procuratore della Repubblica di Torino, Dott. Raffaele Guariniello ovvero del Procuratore Generale di Firenze, Dott. Beniamino Deidda, ovvero del Sostituto Procuratore di Padova, Dott. Sergio Dini, che hanno acquisito una esperienza in materia di contrasto ai reati in materia di infortunistica sul lavoro e malattie professionali, come tra l’altro precisato dalla Senatrice nel preambolo, nel quale richiama le tesi dell’Avv. Ezio Bonanni, Presidente Nazionale dell’O.N.A.
Roma, 25.09.2012
                                                                                     Presidenza Nazionale O.N.A.




Si allega disegno di legge della Senatrice Dorina Bianchi.



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Ddl Direzione Nazionale Infortuni lavoro


XVI LEGISLATURA





DISEGNO DI LEGGE



d'iniziativa della sen. BIANCHI





Istituzione della Direzione Nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali



On.li Senatori,
I diritti della persona risiedono nella sua dignità, che non è solo del singolo cittadino, ma dell’uomo in quanto essere umano, non solo negli ambienti di lavoro ma in tutti gli ambienti di vita in cui egli si trova ad agire, fino ad una riappropriazione del senso etico, dei valori profondi che ne hanno animato e condotto l’esistenza, reso viva la coscienza e l’intelletto, per proiettare nel futuro il valore uomo che presuppone quello della salute e quello dell’ambiente, dove la cultura e i valori giuridici devono costituirne il presidio, e debbono essere veicolati attraverso la scuola e i mezzi di informazione, che non possono limitarsi a redigere l’annuale bollettino di guerra dei morti sul lavoro e a causa delle malattie professionali, in numero maggiore rispetto alle stesse guerre dei tempi moderni, nel rispetto del pluralismo, della dialettica individuale e collettiva, che permetta il superamento di ogni compartimento stagno, di ogni barriera e distinzione, anche regionale e nazionale, in tutto il Pianeta.
Il diritto deve trasformarsi pertanto così in motore dell’etica e del progresso, ed è per questo che ci proponiamo di organizzare le attività informative ed investigative nella lotta contro le forme di criminalità legate all’utilizzo di agenti patogeni, quali l’amianto, che provocano migliaia e migliaia di morti tra i cittadini oltre che tra i lavoratori, con compromissione irreversibile dell’ambiente, attraverso l’istituzione di una Direzione Nazionale per la tutela della salute e della integrità psicofisica dei prestatori di lavoro.
Si sovrappongono infatti diverse competenze investigative e di organi ispettivi, in assenza di qualsiasi coordinamento, dimostrando quindi l’inefficacia nella interdizione di queste condotte che sono criminose al pari del fenomeno mafioso, ove si consideri che, solo per gli infortuni sul lavoro, ci sono circa 1.000 morti ogni anno (e la diminuzione negli ultimi anni è dovuta alle minori ore di lavoro) e soltanto per l’esposizione all’amianto ci sono circa 5.000 decessi l’anno.
E’ necessario quindi realizzare una inversione di tendenza, utilizzando anche le professionalità, atteso che in questa materia sia le forze investigative che la Magistratura, anche quella giudicante, deve acquisire una pregnante specializzazione.
Ci sono Magistrati quali il Procuratore della Repubblica di Torino, Dott. Raffaele Guariniello, piuttosto che il Procuratore Generale di Firenze, Dott. Beniamino Deidda, oppure lo stesso Sostituto Procuratore della Repubblica di Padova, Dott. Sergio Dini, solo per citarne alcuni, che potrebbero svolgere quella necessaria attività di coordinamento per realizzare un programma di interdizione per le condotte rischiose e pericolose, così come già peraltro evidenziato in molte occasioni dall’Osservatorio Nazionale Amianto e dal suo Presidente, Avv. Ezio Bonanni, anche alla luce della specifica esperienza acquisita in processi storici, che tuttavia hanno messo in evidenza fatti di inaudita gravità sotto il profilo sociale, sanitario, e anche economico (per i costi legati alle prestazioni sanitarie, assistenziali e previdenziali) e non solo in materia criminale (si pensi che nel capo di imputazione del processo Eternit risulta un elenco di oltre 3.000 lavoratori e cittadini deceduti in seguito all’attività degli stabilimenti di Casale Monferrato, Cavagnolo, Rubiera e Bagnoli).
Se per alcune Procure c’è una puntuale capacità investigativa e repressiva dei crimini contro il lavoro, in altre purtroppo i tempi si allungano, ed in molte occasioni si giunge anche a delle richieste di archiviazione, con una incapacità dello Stato di ristabilire la legalità nei luoghi di lavoro ed è per questo che l’esperienza e le professionalità vanno valorizzate e non possono essere disperse (si pensi che il pool coordinato dal Dott. Guariniello, per via delle norme sull’avvicendamento degli incarichi, potrebbe sciogliersi), con un pregiudizio in termini di legalità ma soprattutto di interdizione delle condotte pericolose per la salute dei lavoratori e dei cittadini, come più volte messo in evidenza dall’Osservatorio Nazionale Amianto, che da anni segnala a tutte le Procure del territorio nazionale le varie situazioni sulle quali verificare la possibilità di un intervento.
Riteniamo che le attività della Magistratura e degli investigatori in questo settore vadano riorganizzate, con la istituzione di una Direzione Nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.


Titolo I
Attività informative ed investigative nella lotta contro la criminalità organizzata. Agenzia nazionale per l'amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata.

Capo I
Direzione distrettuale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e Direzione Nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali

Art. 1
La Direzione distrettuale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali

1. La trattazione dei procedimenti relativi ai reati contemplati nel D.Lgs. 81/08, e di cui agli artt. 437, 434, 449 e 451 del codice penale, e quelli di cui agli artt. 575, 589 e 590 del codice penale, ovvero nei casi in cui sia contestata l’esecuzione nell’ambiente lavorativo, il procuratore della Repubblica presso il tribunale del capoluogo del distretto costituisce, nell'ambito del suo ufficio, una direzione distrettuale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, designando i magistrati che devono farne parte per la durata non inferiore a due anni. Per la designazione, il procuratore distrettuale tiene conto delle specifiche attitudini e delle esperienze professionali. Della direzione distrettuale non possono fare parte magistrati in tirocinio. La composizione e le variazioni della direzione sono comunicate senza ritardo al Consiglio superiore della magistratura.
2. Il procuratore distrettuale o un suo delegato è preposto all'attività della direzione e cura, in particolare, che i magistrati addetti ottemperino all'obbligo di assicurare la completezza e la tempestività della reciproca informazione sull'andamento delle indagini ed eseguano le direttive impartite per il coordinamento delle investigazioni e l'impiego della polizia giudiziaria.
3. Salvi casi eccezionali, il procuratore distrettuale designa per l'esercizio delle funzioni di pubblico ministero, nei procedimenti riguardanti i reati già indicati nel primo comma della presente disposizione legislativa, i magistrati addetti alla direzione.
4. Salvo che nell'ipotesi di prima costituzione della direzione distrettuale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali la designazione dei magistrati avviene sentito il procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Delle eventuali variazioni nella composizione della direzione, il procuratore distrettuale informa preventivamente il procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.

Art. 2
Direzione Nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali

1. Nell'ambito della procura generale presso la Corte di cassazione è istituita la Direzione nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
2. Alla Direzione è preposto un magistrato che abbia conseguito la quinta valutazione di professionalità, scelto tra coloro che hanno svolto anche non continuativamente, per un periodo non inferiore a dieci anni, funzioni di pubblico ministero o giudice istruttore, sulla base di specifiche attitudini, capacità organizzative ed esperienze nella trattazione di procedimenti relativi alla criminalità organizzata. L'anzianità nel ruolo può essere valutata solo ove risultino equivalenti i requisiti professionali. 
3. Alla nomina del procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali si provvede con la procedura prevista dall'articolo 11, terzo comma, della legge 24 marzo 1958, n. 195. L'incarico ha durata di quattro anni e può essere rinnovato una sola volta.
4. Alla Direzione sono addetti, quali sostituti, magistrati che abbiano conseguito la terza valutazione di professionalità, nominati sulla base di specifiche attitudini ed esperienze nella trattazione di procedimenti relativi alla criminalità per violazione delle norme di sicurezza sul lavoro e tutela ambientale. Alle nomine provvede il Consiglio superiore della magistratura, sentito il procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali. Il procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali designa uno o più dei sostituti procuratori ad assumere le funzioni di procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali aggiunto.
5. Per la nomina dei sostituti, l'anzianità nel ruolo può essere valutata solo ove risultino equivalenti i requisiti professionali.
6. Al procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali sono attribuite le funzioni previste dall'articolo 371-bis del codice di procedura penale.
7. Prima della nomina disposta dal Consiglio superiore della magistratura, il procuratore generale presso la Corte di cassazione applica, quale procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali, un magistrato che possegga, all'epoca dell'applicazione, i requisiti previsti dal comma 2.

Art. 3
Attribuzioni del procuratore generale presso la Corte di cassazione
in relazione all'attività di coordinamento investigativo

1. Il procuratore generale presso la Corte di cassazione esercita la sorveglianza sul procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e sulla relativa Direzione nazionale.

Art. 4
Applicazione di magistrati del pubblico ministero in casi particolari

1. Per la trattazione dei procedimenti relativi ai delitti indicati nell'articolo 51, comma 3-bis, del codice di procedura penale, il procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali può, quando si tratta di procedimenti di particolare complessità o che richiedono specifiche esperienze e competenze professionali, applicare temporaneamente alle procure distrettuali i magistrati appartenenti alla Direzione nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e quelli appartenenti alle direzioni distrettuali contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nonché, con il loro consenso, magistrati di altre procure della Repubblica presso i tribunali. L'applicazione è disposta anche quando sussistono protratte vacanze di organico, inerzia nella conduzione delle indagini, ovvero specifiche e contingenti esigenze investigative o processuali. L'applicazione è disposta con decreto motivato. Il decreto è emesso sentiti i procuratori generali e i procuratori della Repubblica interessati. Quando si tratta di applicazioni alla procura distrettuale avente sede nel capoluogo del medesimo distretto, il decreto è emesso dal procuratore generale presso la corte di appello. In tal caso il provvedimento è comunicato al procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
2. L'applicazione non può superare la durata di un anno. Nei casi di necessità dell'ufficio al quale il magistrato è applicato, può essere rinnovata per un periodo non superiore a un anno.
3. Il decreto di applicazione è immediatamente esecutivo ed è trasmesso senza ritardo al Consiglio superiore della magistratura per l'approvazione, nonché al Ministro della giustizia.
4. Il capo dell'ufficio al quale il magistrato è applicato non può designare il medesimo per la trattazione di affari diversi da quelli indicati nel decreto di applicazione.

Art. 5
Applicazione di magistrati in materia di misure di prevenzione

1. Il procuratore nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali può disporre, nell'ambito dei poteri attribuitigli dall'articolo 371-bis del codice di procedura penale e sentito il competente procuratore distrettuale, l'applicazione temporanea di magistrati della Direzione nazionale contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali alle procure distrettuali per la trattazione di singoli procedimenti di prevenzione patrimoniale. Si applica, in quanto compatibile, l'articolo 105.
2. Se ne fa richiesta il procuratore distrettuale, il Procuratore generale presso la Corte d'appello può, per giustificati motivi, disporre che le funzioni di pubblico ministero per la trattazione delle misure di prevenzione siano esercitate da un magistrato designato dal Procuratore della Repubblica presso il giudice competente.

Capo II - Consiglio generale per la lotta alla violazione delle norme antinfortunistiche e della sicurezza sul lavoro


Art. 6
Consiglio generale per la tutela della salute
e dell’incolumità psicofisica nei luoghi di lavoro

1. Presso il Ministero del Lavoro è istituito il Consiglio generale per la tutela della salute e dell’incolumità psicofisica nei luoghi di lavoro, presieduto dal Ministro del Lavoro quale responsabile dell'alta direzione e del coordinamento in materia di tutela della salute sui posti di lavoro. Il Consiglio è composto:
a) dal Capo della polizia - Direttore generale della pubblica sicurezza;
b) dal Comandante generale dell'Arma dei carabinieri; 
c) dal Comandante generale del Corpo della guardia di finanza; 
d) dal Direttore dell'Agenzia informazioni e sicurezza interna; 
e) dal Direttore dell'Agenzia informazioni e sicurezza esterna; 
f) dal Direttore della Direzione investigativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
2. Il Consiglio generale per la lotta alla criminalità organizzata provvede, per lo specifico settore della criminalità organizzata, a:
a) definire e adeguare gli indirizzi per le linee di prevenzione delle violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro e per le attività investigative, determinando la ripartizione dei compiti tra le forze di polizia per aree, settori di attività e tipologia dei fenomeni criminali, tenuto conto dei servizi affidati ai relativi uffici e strutture, e in primo luogo a quelli a carattere interforze, operanti a livello centrale e territoriale; 
b) individuare le risorse, i mezzi e le attrezzature occorrenti al funzionamento dei servizi e a fissarne i criteri per razionalizzarne l'impiego; 
c) verificare periodicamente i risultati conseguiti in relazione agli obiettivi strategici delineati e alle direttive impartite, proponendo, ove occorra, l'adozione dei provvedimenti atti a rimuovere carenze e disfunzioni e ad accertare responsabilità e inadempienze; 
d) concorrere a determinare le direttive per lo svolgimento delle attività di coordinamento e di controllo da parte dei prefetti dei capoluoghi di regione, nell'ambito dei poteri delegati agli stessi. 
3. Il Consiglio generale emana apposite direttive da attuarsi a cura degli uffici e servizi appartenenti alle singole forze di polizia, nonché della Direzione investigativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
4. All'Ufficio per il coordinamento e la pianificazione delle forze di polizia del Dipartimento della pubblica sicurezza sono attribuite le funzioni di assistenza tecnico-amministrativa e di segreteria del Consiglio.

Art. 7
Direzione investigativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali

1. E' istituita, nell'ambito del Dipartimento della pubblica sicurezza, una Direzione Investigativa contro gli Infortuni sul lavoro e le Malattie professionali (D.I.I.M.) con il compito di assicurare lo svolgimento, in forma coordinata, delle attività di investigazione preventiva attinenti alla criminalità organizzata, nonché di effettuare indagini di polizia giudiziaria relative esclusivamente a delitti di associazione di tipo mafioso o comunque ricollegabili all'associazione medesima.
2. Formano oggetto delle attività di investigazione preventiva della Direzione investigativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali le connotazioni strutturali, le articolazioni e i collegamenti interni ed internazionali delle organizzazioni criminali, gli obiettivi e le modalità operative di dette organizzazioni, nonché ogni altra forma di manifestazione delittuosa alle stesse riconducibile ivi compreso il fenomeno dei disastri ambientali.
3. La Direzione investigativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali nell'assolvimento dei suoi compiti opera in stretto collegamento con gli uffici e le strutture delle forze di polizia esistenti a livello centrale e periferico e con gli uffici ASL e con i servizi ispettivi degli enti pubblici (INPS e INAIL).
4. Tutti gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria debbono fornire ogni possibile cooperazione al personale investigativo della D.I.I.M.. Gli ufficiali ed agenti di polizia giudiziaria dei servizi centrali e interprovinciali di cui all'articolo 12 del decreto-legge 13 maggio 1991, n. 152, convertito in legge 12 luglio 1991, n. 203, devono costantemente informare il personale investigativo della D.I.I.M., incaricato di effettuare indagini collegate, di tutti gli elementi informativi ed investigativi di cui siano venuti comunque in possesso e sono tenuti a svolgere, congiuntamente con il predetto personale, gli accertamenti e le attività investigative eventualmente richiesti. Il predetto personale dei servizi centrali e interprovinciali della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, a decorrere dall’entrata in vigore della presente legge, è assegnato alla D.I.I.M., nei contingenti e con i criteri e le modalità determinati con decreto del Ministro del Lavoro, di concerto con i Ministri della difesa e delle finanze.
5. Al Direttore della Direzione Investigativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali è attribuita la responsabilità generale delle attività svolte dalla D.I.I.M., delle quali riferisce periodicamente al Consiglio generale, e competono i provvedimenti occorrenti per l'attuazione, da parte della D.I.I.M..
6. Alla D.I.I.M. è preposto un direttore tecnico-operativo scelto fra funzionari appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato, con qualifica non inferiore a dirigente superiore, e ufficiali di grado non inferiore a generale di brigata dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza, che abbiano maturato specifica esperienza nel settore della lotta alla criminalità organizzata. Il direttore della D.I.I.M. riferisce al Consiglio generale di cui all'articolo 107 sul funzionamento dei servizi posti alle sue dipendenze e sui risultati conseguiti.
7. Con gli stessi criteri indicati al comma 6 è assegnato alla D.I.I.M. un vice direttore con funzioni vicarie. 
8. La D.I.I.M. si avvale di personale dei ruoli della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e del Corpo della guardia di finanza.
9. Il Ministro dell'interno, sentito il Consiglio generale di cui all'articolo 107, determina l'organizzazione della D.I.I.M. secondo moduli rispondenti alla diversificazione dei settori d'investigazione e alla specificità degli ordinamenti delle forze di polizia interessate, fermo restando che in ogni caso, nella prima fase, l'organizzazione è articolata come segue:
a) reparto investigazioni preventive; 
b) reparto investigazioni giudiziarie; 
c) reparto relazioni internazionali ai fini investigativi.
10. Alla determinazione del numero e delle competenze delle divisioni in cui si articolano i reparti di cui al comma 9 si provvede con le modalità e procedure indicate nell'articolo 5, settimo comma, della legge 1° aprile 1981, n. 121, e successive modificazioni e integrazioni. Con le stesse modalità e procedure si provvede alla preposizione ed assegnazione del personale ai reparti e alle divisioni, secondo principi di competenza tecnico-professionale e con l'obiettivo di realizzare nei confronti dei titolari degli uffici predetti di pari livello una sostanziale parità ed equiordinazione di funzioni, anche mediante il ricorso al criterio della rotazione degli incarichi.

Art. 8
Relazione al Parlamento

1. Il Ministro del Lavoro riferisce, ogni sei mesi, al Parlamento sull'attività svolta e sui risultati conseguiti dalla Direzione investigativa contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali e presenta un rapporto annuale sul fenomeno della criminalità organizzata.


Capo III
Modifiche al codice penale, al codice di procedura penale e alla legislazione penale complementare. Abrogazioni. Disposizioni transitorie e di coordinamento

Art. 9
Modifiche all'articolo 23-bis della legge 13 settembre 1982, n. 646

1. All'articolo 23-bis, comma 1, della legge 13 settembre 1982, n. 646, le parole: «territorialmente competente» sono sostituite dalle seguenti: «presso il tribunale del capoluogo del distretto ove dimora la persona».





Art. 10
Abrogazione delle norme incompatibili

1. Si intendono abrogate tutte le norme del codice penale e del codice di procedura penale e della legislazione penale complementare che sono incompatibili.


Art. 11
Disciplina transitoria

1. Le disposizioni contenute nel Titolo I non si applicano a quei procedimenti per i quali è stato già disposto o chiesto il rinvio a giudizio.

Art. 12
Disposizioni finanziarie

1. Alla copertura degli oneri derivanti dall'istituzione e dal funzionamento dell'Agenzia, ivi compresi quelli relativi alle spese di personale, pari a 20 milioni di euro per l'anno 2013, si provvede mediante corrispondente riduzione dello stanziamento del fondo speciale di parte corrente iscritto, ai fini del bilancio triennale 2013-2015, nell'ambito del programma «Fondi di riserva e speciali» della missione «Fondi da ripartire» dello stato di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze per l'anno 2013, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero dell'interno, oltre ai risparmi in termini di spese sanitarie, assistenziali e previdenziali che seguono ad infortuni sul lavoro e malattie professionali, che saranno inferiori in seguito all’entrata in vigore delle presenti disposizioni legislative.




                                                                                                                              Sen. Dorina BIANCHI


venerdì 21 settembre 2012

Notiziario dell'amianto - reintegrato l'attivista dell'ONA Pacilli Alfonso, licenziato illegittimamente

Reintegrato Pacilli Alfonso.
Accolto il ricorso ex art. 700 c.p.c. a firma dell'Avv. Ezio Bonanni e dell'Avv. Orsola Pierantoni.
Nella tarda primavera del 2012, Pacilli Alfonso dell'ONA Abruzzo era stato licenziato, per presunti motivi disciplinari.
Dopo il deposito dell'interrogazione parlamentare della Senatrice Dorina Bianchi era stato avanzato un ricorso ex art. 700 c.p.c., che ha trovato accoglimento da parte del Giudice del Lavoro nella giornata del 20.09.2012.
La mobilitazione dell'ONA continua.

Si allega comunicato stampa Ufficio Stampa ONA - Dott. Avvantaggiato





Osservatorio Nazionale Amianto - Pacilli denuncia amianto in fabbrica licenziato giudice del lavoro lo reintegra








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Loro sedi

Aveva denunciato la presenza di amianto in fabbrica, licenziato, il giudice del lavoro lo reintegra al suo posto di lavoro.
Il giudice del lavoro del Tribunale di Vasto Stefania Izzi ha reintegrato al suo posto di lavoro presso la Pilkington Italia SpA, di Vasto, il signor Alfonso Pacilli, operaio e sindacalista COBAS, ingiustamente licenziato nella tarda primavera del 2012.
Alfonso Pacilli, dell’Osservatorio Nazionale Amianto, era stato licenziato, ingiustamente, per aver richiesto il rispetto delle norme di prevenzione tecnica e di protezione individuale dettate dalla legge in relazione alla presenza di amianto nel sito lavorativo.
La Senatrice Dorina Bianchi, del Comitato Tecnico Scientifico dell’ONA, aveva pure depositato una interrogazione parlamentare, per sollevare la verifica ispettiva del modus operandi degli enti pubblici deputati al ristabilimento della legalità.
Il giudice, accolto il ricorso di Pacilli, assistito dagli avvocati Ezio Bonanni, presidente nazionale dell’O.N.A. e Orsola Pierantoni, del Foro di Chieti, che hanno impugnato il licenziamento, con ricorso ex art. 700, ha ordinato alla Pilkington Italia S.p.A. di reintegrare da subito il ricorrente nel posto di lavoro occupato prima del licenziamento.
La mobilitazione dell’O.N.A. proseguirà in tutte le sedi per la riaffermazione della legalità e della giustizia.

Roma, 21 settembre 2012
                                                                                     Gianni Avvantaggiato
                                                                                     Ufficio stampa

giovedì 20 settembre 2012

Continua l'impegno dell'Osservatorio Nazionale Amianto anche in ambito Marina Militare e Mercantile. Conferenza ONA del 14.11.2012 di Roma

L'impegno dell'ONA ha trovato riscontro per quanto ha disposto la Procura della Repubblica di Crotone, che ha deciso di ispezionare la nave Tirrenia ancorata sul porto, e dopo il sostegno assicurato dalla Senatrice Dorina Bianchi, interviene anche la Senatrice Patrizia Bugnano.
Intanto per il giorno 12.10.2012 ci sarà l'assemblea regionale amianto del Trentino Alto Adige, che è organizzata dall'On.le Penasa, consigliere provinciale e regionale e coordinatore regionale dell'ONA.
Per il prossimo 14.11.2012 ci sarà la conferenza internazionale organizzata dall'ONA nella città di Roma presso l'Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati.
Prosegue l'attività dell'ONA per quanto riguarda l'Isochimica di Avellino, con ulteriori sviluppi che presto verranno resi pubblici.

mercoledì 19 settembre 2012

Notiziario dell'amianto - Crotone: verifica presenza amianto su navi Tirrenia; Conferenza amianto dell'ONA a Trento per il giorno 12.10.2012


 Il Pubblico Ministero del Tribunale di Crotone Gabriella De Lucia, nel procedimento a carico di ignoti, in relazione alla presenza di amianto a bordo delle navi della compagnia Tirrenia, ha disposto l’ispezione a bordo delle imbarcazioni ancorate nel porto calabrese.
Secondo il PM, vi è fondato motivo di ritenere che a bordo delle navi della Tirrenia sia stato fatto largo uso di amianto e che il cattivo stato di conservazione del materiale, la mancata adozione delle misure di prevenzione necessarie e i noti effetti cancerogeni che derivano dall’inalazione delle fibre di asbesto, possono causare un pericolo grave sia per i lavoratori impiegati a bordo, sia per la salute collettiva. Il caso Tirrenia è scoppiato dopo l’esposto presentato il 22 maggio scorso da Giovanni Cuccaro, ex dipendente della società marittima affetto da mesotelioma pleurico, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni.  
Per l’esecuzione delle ispezioni a bordo dei traghetti della Tirrenia, il magistrato ha dato incarico al NISA Nucleo investigativo sanità ed ambiente di Polizia Giudiziaria con l’ausilio di personale tecnico specializzato.

Si allega comunicato dell'Ufficio stampa ONA, a firma del Dott. Gianni Avvantaggiato.

Conferenza amianto dell'ONA a Trento per il giorno 12.10.2012 (seguiranno più specifiche comunicazioni)




Osservatorio Nazionale Amianto - Amianto a bordo navi tirrenia PM autorizza ispezioni








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Loro sedi


  Il Pubblico Ministero del Tribunale di Crotone Gabriella De Lucia, nel procedimento a carico di ignoti, in relazione alla presenza di amianto a bordo delle navi della compagnia Tirrenia, ha disposto l’ispezione a bordo delle imbarcazioni ancorate nel porto calabrese.
Secondo il PM, vi è fondato motivo di ritenere che a bordo delle navi della Tirrenia sia stato fatto largo uso di amianto e che il cattivo stato di conservazione del materiale, la mancata adozione delle misure di prevenzione necessarie e i noti effetti cancerogeni che derivano dall’inalazione delle fibre di asbesto, possono causare un pericolo grave sia per i lavoratori impiegati a bordo, sia per la salute collettiva. Il caso Tirrenia è scoppiato dopo l’esposto presentato il 22 maggio scorso da Giovanni Cuccaro, ex dipendente della società marittima affetto da mesotelioma pleurico, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni.  
Per l’esecuzione delle ispezioni a bordo dei traghetti della Tirrenia, il magistrato ha dato incarico al NISA Nucleo investigativo sanità ed ambiente di Polizia Giudiziaria con l’ausilio di personale tecnico specializzato.

Roma, 19 settembre 2012
                                                                                     Gianni Avvantaggiato
                                                                                     Ufficio stampa
                

giovedì 13 settembre 2012

Notiziario dell'amianto


La Procura della Repubblica di Roma apre un'inchiesta sul rischio morbigeno all'interno di alcuni uffici del Comune, in seguito alla segnalazione dell'Osservatorio Nazionale Amianto, con l'Avv. Ezio Bonanni.
L'On.le Pippo Gianni interviene alla Camera dei Deputati per interrogare il Ministro della Salute in ordine alla vicenda di P.N., Maresciallo dell'Aeronautica Militare, iscritto alla nostra Associazione, che non può accedere ad alcuni farmaci, e gli vengono comunque negate delle cure che potrebbero risolvere il problema.
Lo stesso On.le Pippo Gianni interroga ancora il Ministro della Salute sul fatto che la spending review potrebbe abbattersi sui pochi centri di eccellenza della Medicina del Lavoro, come quello dell'Università di Siena.
Il giudizio critico sull'operato del governo trova ulteriore riscontro nell'interrogazione del Sen. Casson.
Saluti.
Osservatorio Nazionale Amianto



Intervento Mozione 13.09.2012


Legislatura 16ª - Aula - Resoconto stenografico della seduta n. 793 del 13/09/2012
(Bozze non corrette redatte in corso di seduta)

SENATO DELLA REPUBBLICA
------ XVI LEGISLATURA ------
793a SEDUTA PUBBLICA
RESOCONTO
SOMMARIO E STENOGRAFICO
GIOVEDÌ 13 SETTEMBRE 2012
(Antimeridiana)
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Presidenza del vice presidente CHITI
RESOCONTO SOMMARIO
Presidenza del vice presidente CHITI

CASSON (PD). Signor Presidente, questo tema delle vittime dell'amianto e della necessità di risanare i nostri territori dall'inquinamento ambientale da amianto è sicuramente un tema molto sentito e condiviso all'interno di questo Senato.
È pertanto vero quanto ha detto poco fa la collega Boldi in ordine al fatto che c'è una grandissima condivisione, tanto è vero che dei senatori del nostro Gruppo hanno già firmato la mozione della senatrice Boldi, e anche la nostra mozione ha visto le firme di senatori appartenenti ad altri Gruppi parlamentari, tra cui il presidente del Gruppo dell'Italia dei Valori, senatore Felice Belisario.
Io voglio solo ricordare con questa mozione, che viene a integrare e a precisare alcuni punti già trattati, peraltro molto bene, dalla collega Boldi, alcuni aspetti in questa materia e alcuni interventi che il Senato ha già effettuato a questo proposito.
Al termine della mozione noi presentiamo, essenzialmente, tre questioni alla valutazione e all'impegno del Governo. La prima questione riguarda l'attuazione (e -noi sottolineiamo - la sollecita attuazione) dell'insieme degli impegni che il Governo aveva già preso in questa Aula a seguito di una risoluzione votata all'unanimità, sostanzialmente, il 7 febbraio di quest'anno. Il secondo aspetto riguarda delle questioni soprattutto epidemiologiche e di sorveglianza sanitaria. Il terzo aspetto riguarda un tema molto delicato, quello di ciò che i lavoratori e i parenti delle vittime da amianto, in tutta Italia, sono costretti a fare, adendo le vie legali, civili, amministrative e penali, per vedere riconosciuto il loro buon diritto.
Per quanto riguarda la prima questione, voglio rapidamente ricordare come, con quella risoluzione unanime del Senato del 7 febbraio, veniva impegnato il Governo, che aderiva a questo impegno, sui seguenti sei punti.
La prima questione riguardava la modifica, l'integrazione, di un decreto emanato dal Ministro del lavoro e della previdenza sociale, ovviamente all'interno del Governo, nel gennaio del 2011, a favore delle vittime da amianto, per fare in modo che tutte le vittime che, a causa del lavoro o per questioni ambientali, erano state toccate da patologie asbesto-correlate potessero ottenere i benefìci previsti dalla legge.
Questo riguarda non soltanto i lavoratori ma, ad esempio, anche il personale militare e le donne. Ricordo, infatti, a questo proposito che ormai, e purtroppo, ci sono delle sentenze in Italia, anche definitive. La prima di queste, che è recentemente passata in giudicato, fa riferimento a tre mogli di lavoratori della Fincantieri Breda di Porto Marghera, che sono decedute per mesotelioma pleurico, soltanto per aver lavato per 30 anni le tute da lavoro del marito. Ed è una sentenza definitiva, che viene a confermare quanto ampio sia il pericolo.
Su questo primo punto non si pone neanche il problema della copertura finanziaria, perché con la legge finanziaria del 2007 già erano state stanziate delle risorse per l'istituzione del Fondo e per venire incontro alle vittime dell'amianto.
La seconda questione riguardava l'intervento a favore della sorveglianza sanitaria, della diagnosi precoce e di terapie efficaci.
La terza questione riguardava il risanamento degli edifici, in particolare pubblici, tra cui edifici scolastici e universitari, i luoghi e gli uffici aperti al pubblico, le strutture ospedaliere, le caserme, le navi militari.
Il quarto punto riguardava la necessità di venire incontro alla richiesta dei lavoratori, di avere tempestivamente il riconoscimento e il rilascio dei certificati, senza farli penare per tutta Italia, in giro per tutti gli uffici amministrativi di INAIL INPS. Sappiamo che spesso si tratta di pensionati, costretti a tirare fuori somme di denaro (anche non indifferenti) per pagare avvocati e consulenti, dal momento che gli uffici che ho citato, di INAIL e di INPS, non adempiono rapidamente al loro dovere.
Il quinto punto riguardava una riapertura del termine del 15 gennaio 2015, sempre in materia di benefici.
Il sesto punto, riguardante in maniera diretta il Ministro della salute, che è presente in questa Aula, riguardava indizione e organizzazione della Conferenza nazionale governativa sulle patologie asbesto correlate.
Grazie alla sensibilità del Ministro della salute, l'unico punto soddisfatto è proprio questo che lo riguarda direttamente, al quale è stato dato seguito: già lunedì prossimo a Casale Monferrato verrà infatti presentata questa Conferenza nazionale sulle patologie asbesto correlate, la cui data è stata fissata per il novembre di quest'anno a Venezia. Quindi, questi sono i punti sui quali purtroppo, a parte l'ultimo, non abbiamo avuto risposta da parte del Governo. Vi è una questione generale che ci preme e che ancora una volta sottolineo: bisogna fare in modo che queste persone, questi lavoratori, affetti da patologie asbesto correlate non siano costretti a rincorrere i magistrati o chi dovrebbe dar corso alle loro giuste esigenze. Abbiamo un numero elevato di indagini, di inchieste, di processi in Italia, presso le varie procure della Repubblica e i vari uffici giudiziari, che sono praticamente completamente fermi - io aggiungo - in maniera vergognosa ed indecorosa. Per di più, con il rischio di continue e inaccettabili prescrizioni.
Ricordo ancora come questo Parlamento all'inizio della legislatura abbia inserito tra i criteri di priorità, per quanto riguarda la trattazione dei fascicoli, inchieste, indagini e processi che, oltre ai fatti, giustamente e correttamente, di grande criminalità organizzata e terroristica e per i più gravi reati, attengono agli infortuni sul lavoro ed alle malattie professionali. Purtroppo gli uffici giudiziari non danno seguito a questo obbligo giuridico, sancito con una legge del Parlamento italiano.
L'ultima questione si ricollega direttamente, in maniera molto chiara, alle proposte della collega Boldi e fa riferimento alla necessità di promuovere la ricerca e la sorveglianza in materia epidemiologica per quanto riguarda in particolare le persone con patologie asbesto correlate. Nei nostri territori sentiamo molto fortemente questa necessità. In qualche territorio, Provincia e Comune, qualche indagine di tipo epidemiologico è partito. E sappiamo benissimo che se si fossero cominciate queste indagini quando ne era stata segnalata l'opportunità, quanto meno vent'anni fa, avremmo in questo momento una conoscenza dello stato di salute, di mortalità e di morbilità della popolazione sicuramente più ampia e più utile anche ai fini dei necessari interventi da parte del Ministero della salute e dei competenti uffici regionali. E ciò anche a seguito di vent'anni di follow-up previsti per situazioni di indagine epidemiologiche di questo tipo.
L'ultimo punto che viene proposto è quello relativo, connesso al penultimo punto, di realizzare una struttura di rete per accogliere e analizzare i dati relativi alle patologie asbesto correlate, che emergono a livello territoriale a seguito degli interventi dei vari medici nei vari settori, in particolare ospedalieri, e soprattutto dal registro tumori.
Sottolineo infine anch'io la necessità e l'opportunità che il voto di queste mozioni sia unanime del Senato proprio per dare maggiore forza e maggiore visibilità a questo nostro intervento al Senato, in Parlamento e per fare in modo che il Governo si convinca in tutte le sue articolazioni della necessità di venire incontro ad una esigenza, sì, giuridica e sociale e politica, ma anche etica perché nei confronti di coloro che si sono ammalati e che sono morti di lavoro vi è un'esigenza etica di venire incontro alle loro giuste richieste. (Applausi dal Gruppo PD).