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La IV Sezione Penale della Corte di Cassazione ha rigettato
i ricorsi di responsabili di FINCANTIERI - Cantieri Navali S.p.a., imputati per
i delitti di cui agli artt. 589 e 590 c.p., omicidio colposo e lesioni
personali colpose, per aver omesso di informare i lavoratori sia a terra sia a
bordo di navigli militari, civili e commerciali dei rischi e delle misure
protettive da adottare in presenza di amianto, pur essendo noto almeno dagli
anni ‘60 la correlazione tra l'inalazione di polveri di amianto e l’insorgenza
del mesotelioma pleurico. L’ormai notoriamente triste tumore polmonare che ha
causato la morte sia di dipendenti di Fincantieri sia di rispettive mogli
venute a contatto con le polveri tossiche depositate sugli indumenti da lavoro
dei coniugi.
Il dato di rilievo è, però, che la Corte Suprema, con la
Sentenza n. 33311/2012, ha chiarito come “da una conclusione scientificamente
non contestabile dello studioso Irving Selikoff
- è scritto nella sentenza - si era giunti a elaborare l'inaccettabile
tesi secondo la quale, poiché l'insorgenza della patologia oncologica era
causata anche dalla sola iniziale esposizione (c.d. “trigger dose” o “dose
killer”), tutte le esposizioni successive, pur in presenza di concentrazioni
anche elevatissime di fibre cancerogene, dovevano reputarsi ininfluenti”. I
giudici hanno anche rigettato l'affermazione della difesa degli imputati la
quale sosteneva che talune delle vittime sono morte solo perché in età
avanzata.
L’Associazione Osservatorio Nazionale Amianto, cui aderiscono
numerosi malati di mesotelioma, con il suo presidente l’avvocato Ezio Bonanni,
esprimono soddisfazione per la chiara pronuncia della Corte di Cassazione e
preannunciano che l’attività dell’Associazione «proseguirà per far accertare se
nella “vera e propria distorsione dell'intuizione del Selikoff” possano
ipotizzarsi delle responsabilità - ha commentato Bonanni - e per rendere il
giusto tributo alla memoria del professor Selikoff, i cui consigli e auspici di
evitare ogni esposizione ad amianto, risalenti al 1964, se fossero stati
seguiti avrebbero permesso di salvare decine di migliaia di vite umane solo nel
nostro Paese. Vite umane che si sarebbero potute e dovute salvare».
Roma, 29 agosto 2012
Gianni
Avvantaggiato
Ufficio
stampa
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