OSSERVATORIO
NAZIONALE SULL’AMIANTO
Presidenza
Nazionale
Via Crescenzio, n. 2, 00193 - Roma
tel. 06 68890174 - 335 8304686
E-mail: osservatorioamianto@gmail.com
Il
Tribunale di Velletri riconosce il “carcinoma
uroteliale della vescica” quale patologia asbesto correlata di origine
professionale in seguito ad esposizione ad amianto.
Il Tribunale di
Velletri, con Sentenza n. 2471 del 2012, ha accolto le tesi dell’Avv. Ezio
Bonanni e ha riconosciuto la natura di malattia professionale asbesto correlata
del carcinoma uroteliale della vescica che aveva colpito un lavoratore affetto
da patologia asbesto correlata.
Così il dispositivo del
Tribunale:
1)
condanna l’Inail ad erogare in favore della parte ricorrente la rendita
prevista dall’art. 13 lett. a) seconda parte d.l.g.s. n. 38/0 per un danno
biologico pari al 25% in relazione alla malattia professionale carcinoma
uroteliale della vescica …
Nella motivazione della
Sentenza si fa riferimento al fatto che il dipendente avesse lavorato presso la
Fonte Appia in Ciampino “dove è stato
esposto per più di un decennio ad amianto, così come riconosciuto ai fini
previdenziali …”: quindi il riconoscimento dei benefici previdenziali per
effetto della Sentenza del Tribunale di Roma, che aveva accolto la domanda
dell’Avv. Ezio Bonanni inoltrata in precedenza nei confronti dell’INPS per il
prepensionamento (quando ancora il lavoratore era in buona condizione di
salute), è stato il viatico per l’accoglimento della domanda nei confronti
dell’INAIL.
La Sentenza del
Tribunale di Velletri è fondamentale nella misura in cui in corretta
applicazione del principio che non soltanto le patologie tabellate, ma anche
tutte le altre, possono essere riconosciute come asbesto correlate, purchè si
fornisca la prova del nesso di causalità, ed in questo caso il CTU incaricato
ha confermato che a causare questa patologia vescicale è stato proprio
l’amianto.
“Si tratta di un significativo risultato - dichiara l’Avv. Ezio
Bonanni, legale della vittima, e presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto - in quanto non solo le classiche
patologie, ma anche molte altre possono essere causate dall’amianto, ecco
perché si impone la bonifica, come prevenzione primaria, l’unica in grado di
tutelare effettivamente la salute, bene per il quale non c’è somma che possa
ripagare la lesione”.
Roma, 17.07.2012 Ufficio
stampa O.N.A. Lazio
Nessun commento:
Posta un commento