martedì 31 luglio 2012

COMUNICATO STAMPA nuova denuncia per il caso Eternit Bagnoli







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Un atto di integrazione della denuncia-querela depositata il 2 aprile scorso, è stata consegnata al Pubblico Ministero del tribunale di Torino Raffaele Guariniello.  Mittente del documento Pasquale Falco, coordinatore del Comitato Vittime Amianto Eternit Bagnoli dell’Osservatorio nazionale Amianto, che ha richiesto di essere sentito urgentemente dal Procuratore, per rendere sommarie informazioni e chiarire ogni successivo aspetto della vicenda amianto all’ex Eternit di Napoli.
Pasquale Falco ha già depositato un voluminoso carteggio rivolto al Procuratore della Repubblica di Napoli, al Procuratore della Repubblica di Torino e al Procuratore Generale di Torino, perché suo padre è morto il 20 febbraio scorso per asbestosi. Qualche giorno prima, il 13 febbraio, mentre il Tribunale di Torino condannava Stephan Schmidheiny e Jean Louis De Cartier De Marchienne, proprietari dell’Eternit, per le ipotesi di reato di cui agli articoli 434 e 437 c.p., disastro doloso e omissione dolosa di cautele contro gli infortuni sul lavoro, colpevoli delle morti di migliaia di lavoratori della fabbrica di Casale Monferrato, il Tribunale di Napoli dichiarava prescritti, invece, i reati contestati per il periodo successivo al 13 agosto 1999, per quanto riguarda il caso Bagnoli. L’amianto, però, è presente, tutt’oggi, nella ex fabbrica Eternit a Napoli - come documentato dalle foto prodotte da Falco, scattate il 20 luglio scorso -. La presenza dell’amianto - sostiene Falco, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni - esclude la prescrizione. Ingenti quantità di materiali di amianto, che si stanno sfibrando e contaminando ulteriormente l’intero territorio, con lesione dell’ambiente e della salute - è scritto nel ricorso - sono presenti anche nell’immediatezza del sito di Bagnoli, documentato da altre fotografie del 10 luglio scorso, che ritraggono il passaggio di un atleta sulla stessa strada in cui sono depositate le big bag di amianto, che da cui si evince che ignoti hanno spostato parte dell’amianto dall’interno del sito alla zona esterna dello stabilimento.
Roma, 31 luglio 2012
                                                                                     Gianni Avvantaggiato
                                                                                      Ufficio stampa    

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